Dedica:
«A Lorenzo e Fiammetta»

Vincitore del Premio Strega e del Premio Flaiano nel 1993.

Nella mitica Nofi di tanti racconti di Rea, negli anni precedenti l’ultima guerra mondiale, in un umile basso del miserabile quartiere del Bùvero, ha inizio l’educazione sentimentale di Miluzza, l’adolescente poco più che bambina, protagonista del romanzo. Disgrazie della virtù e fortune del vizio, in un pezzo di mondo fra paradiso e inferno perduto, incrociano trappole sul suo impervio cammino. Ma Miluzza, che è pura vita, puro istinto, puro candore alla deriva, le attraversa tutte con intrepida innocenza.

Ninfa plebea è il secondo romanzo di Domenico Rea, ed è forse il libro che meglio ne rappresenta gli umori inconfondibili, la grande carica vitale, l’animo fieramente, aristocraticamente popolare. Con la storia di Miluzza e il formicolare di esistenze che le ruotano attorno come satelliti, Rea spalanca una porta nascosta sul passato italiano che si vorrebbe censurare, ne scruta ogni angolo, fruga nella corporeità debordante di ogni atto, di ogni parola, solleva con impietosa pietas i veli tessuti in così pochi anni da una memoria fraudolenta. Un affresco breve e poderoso e il ritratto veridico di un’epoca e di un mondo che soltanto la maestria di un grande affabulatore alla Basile poteva comporre.