Dedica:
«Ad Arnoldo Mondadori»

Vincitore del Premio Napoli nel 1959, ex aequo con Mario Pomilio (Il nuovo corso).

Pubblicato nel maggio 1959, Una vampata di rossore è il primo romanzo di Domenico Rea.

La storia racconta gli ultimi giorni di Rita la levatrice, costretta a letto da un male inesorabile. Intorno a lei il marito Assuero, attento amministratore del suo ‘podismo ostetrico’ nel piccolo paese meridionale in cui è ambientata la vicenda, e i figli Maria e Beppe, perduti dietro i loro amori difficili. La malattia di Rita non lascia speranze, ma nessuno mostra di accorgersi della sua gravità.

La vampata di rossore che sale al viso di Assuero, preoccupato di non poter più sfruttare l’attività della moglie, cui è nondimeno sinceramente affezionato, è appena un barlume di vergogna.

Romanzo sanguigno, corporale e ricco di un’allucinata visionarietà che ha fatto pensare a Faulkner, Una vampata di rossore mantiene inalterata oggi tutta la sua spietatezza, la sua forza bruciante. E la scrittura è solenne, lenta, musicale: Rea più volte ripeté che l’aveva scritto avendo nelle orecchie la musica della Sinfonia n. 5 Di tre re di Arthur Honegger.