Un pomeriggio intimo e raffinato, sospeso tra il reading e il teatro da camera per una partitura letteraria: una vera esclusiva in memoria di un grande scrittore napoletano. Nel ventennale della morte, Toni Servillo ha omaggiato Domenico Rea nel foyer del San Carlo di Napoli. «Un pomeriggio tra parentesi – ha detto l’attore in corsa per gli Oscar come protagonista della Grande Bellezza di Paolo Sorrentino – tra le repliche di «Le voci di dentro» – in cui non voglio recitare ma ricordare uno scrittore straordinario sulle cui pagine mi sono formato».
L’attore, introdotto dalla figlia Lucia e da Francesco Durante, curatore del Meridiano Mondadori dedicato all’autore di Ninfa Plebea, ha letto tra l’altro il primo racconto di Spaccanapoli, «Segnorina» (1945) e alcune pagine inedite ispirate ai suoi musicisti preferiti, un diario musicale sorprendente per un autore che scriveva sempre con la musica di sottofondo. Servillo – altro che non voglio recitare – ha dato corpo alla parola sulfurea di Rea, restituendo la visionarietà di uno stile che affonda le sue radici in Basile.

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Di Natascia Festa